Il campanile sommerso della vecchia chiesa di Santa Carerina è una delle meraviglie italiane da vedere almeno una volta nella vita. Situato in Trentino, quasi al confine con l’Austria, sembra spuntare dal nulla dalle acque del lago Resia, e dona ai nostri occhi uno scenario fiabesco e affascinante. In realtà esso cela la triste storia di un paese cancellato. La torre campanaria, datata 1357, è tutto ciò che resta di Curon Venosta (Bolzano), un paesino completamente allagato nel 1950 per creare il bacino artificiale atto alla produzione di energia idroelettrica. Gli abitanti fecero di tutto per impedirlo ma l’acqua invase case e terreni coltivati, risparmiando solo il campanile. Centinaia di famiglie furono, così, costrette ad abbandonare le loro case e a trasferirsi in altre abitazioni, qualche chilometro a nord, dove il paese venne ricostruito.
E oggi il campanile è ancora lì, a ricordare questa tragica pagina della storia locale.
Le campane non ci sono più dal 1950, ma qualcuno giura di sentirle ancora suonare nelle notti fredde invernali
Il panorama è insolito, a tratti malinconico. D’inverno diventa magico quando il lago è ghiacciato ed il campanile è raggiungibile a piedi. Si possono praticare anche alcuni sport invernali come lo sci da fondo, il pattinaggio e, grazie a venti forti e frequenti, lo snowkiting e la slitta a vela.
Curon Venosta, il campanile sommerso che il tempo non ha mai cancellato
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