Teresa Colacino nasce a Motta Santa Lucia, un paesino collinare in provincia di Catanzaro. All’età di 20 anni si trasferisce a Milano, città che le permetterà di costruirsi la sua futura famiglia. Ed è proprio nel capoluogo lombardo che inizia il suo lavoro di insegnante, che svolgerà per circa 30 anni. Attualmente è in pensione ma coltiva la passione della sua vita: scrivere poesie. Da alcuni anni collabora con il gruppo letterario “Apri il cuore alla poesia”,, dove ricopre la carica di Presidente di giuria nei concorsi letterari promossi dal medesimo gruppo, ed è socia della neo associazione culturale “Atlantide – Centro studi nazionale per le arti e la letteratura“. Tema dei suoi scritti è l’amore che alterna alla nostalgia per la sua terra natia o ad esperienze di vita personale, sovente arricchite e colorate dalla fantasia. Oltre alla scrittura, pratica l'hobby per il ballo, in particolare il tango. La sua vita è una lunga ricerca per ogni forma d’arte, interesse che le arricchisce la quotidianità.
VI PORTO NEL CUORE
Era il saluto per un membro della Società, una tromba suonava il Silenzio, avvertiva che un socio ci lasciava ed io ero triste, una lacrima amica scendeva sul viso. Ricordo di ognuno la sua storia . In Autunno, il giorno dei morti mi reco al cimitero e rivolgo un saluto a questa schiera d’Angeli in cielo, perché chi resta solo, non è un emarginato, anch’egli ha bisogno d’esser ricordato. Il Silenzio, non mi è indifferente, tra i soci ci sono amici e parenti. Vi porto nel cuore e di ognuno di voi ricordo la storia.
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ALLA RICERCA DELL’AMORE VERO
Uccelletto che vieni dal bosco, che salti di ramo in ramo, mi porti la bella notizia che hai incontrato il mio amore. Lo hai riconosciuto dai modi gentili, è un galantuomo. Un saluto lo dà a tutti, usa buone maniere. La sua voce ha toni leggeri, non mette paura. Uccelletto che vieni dal mare, che voghi, che voghi, mi porti la bella notizia che hai incontrato il mio amore, lo hai riconosciuto dai muscoli forti, rema da mattino a sera e quando a casa ritorna è forte e robusto come un eroe. Uccelletto che vieni dai monti che cavalchi robusti cavalli, mi porti la bella notizia che hai incontrato il mio amore. Lo hai riconosciuto dal bel portamento, è un cavaliere, cavalca per monti e valli per venire da me. Son belli, son bravi, son buoni, ma a me ne basta uno, se incontrerai un uomo: gentile, forte, di bell’aspetto , che sappia amare, allora è quello che fa per me.
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DONI PREZIOSI
Nei cassetti dei miei doni preferiti, ritrovo la collana del battesimo: “La Madonna col bambino che mi regalò la mia madrina”. La conservo rigorosamente, in ricordo del mio primo sacramento. Gli orecchini che mi regalò la mamma quando, ancora piccolina, mi bucarono le orecchie con un ago e un filo di seta. Mamma mia, che dolore, lo ricordo ancora! L’orologio d’oro per la cresima e la fede nuziale, quando vestita di bianco, mi unii in matrimonio. Tutti ninnoli preziosi che indossai in ogni occasione. In un cassetto tutto vuoto riposi il dono più prezioso, non si vede, ma nel cuor si sente per sempre: “L’amicizia vera”. Chi trova un vero amico, ha un tesoro.
Nato a Resuttano (CL) il 14-06-1945, risiede a Trappeto (PA). Ragioniere, già Funzionario dell’Agenzia dell’Entrate, scrive poesie, in lingua e in vernacolo, dal 2014; ha partecipato a numerosi reading e a diversi concorsi nazionali ed internazionali, vincendone DIECI (7 in vernacolo e 3 in lingua italiana) e ottenendo altri 25 podi, oltre a numerosi altri riconoscimenti.
“La mia poesia, un girotondo fatto di mondo che ancora racconto …”
Caterina Morabito nasce a Taurianova (RC) nel 1969 ed è residente a Montepaone (CZ), splendido paesino in collina che si affaccia sul Golfo di Squillace. Comincia a scrivere versi fin dall'adolescenza, ma presa dagli eventi conserva quell'ispirazione. Dopo 17 anni riapre quel cassetto e lo ritrova colmo di amore, essenza e vita da scrivere. Dal 2015 prende parte a diversi Premi letterari nazionali ricevendo varie menzioni di merito, menzioni d'Onore, conferimenti speciali, encomi , primi, secondi, terzi posti, coinvolta in diverse antologie, calendari prestigiosi, colleziona bellissime soddisfazioni sottolineando che le cose più importanti di lei si trovano nelle sue poesie. «Scrivere - dice - è un impasto interiore, pieno di contraddizioni ma condito dalla fantasia, dall'amore, dalla nostalgia, dalla coscienza e dai sogni, mai uguali e sempre diversi».
Anna Turotti è nata a Biella, è sposata e madre di tre figlie. Si è laureata in Lettere all’Università degli Studi di Torino ed insegna presso il Liceo Scientifico di Biella. Nutre un grande amore per la natura e per l’arte e si diletta a scrivere versi e racconti, dove esprime emozioni e sentimenti in uno stile semplice ed evocativo. Ha pubblicato le sue poesie in alcune Antologie Letterarie e la silloge poetica dal titolo “Ali nel blu”. Ha conseguito vari riconoscimenti in diversi concorsi letterari. Partecipa come giurata a Concorsi Nazionali e Internazionali, scrive articoli sul quotidiano nazionale di attualità “La voce agli italiani”.
La scrittrice, poetessa e sceneggiatrice, Iris Vignola, è nata a La Spezia dove vive tuttora. L'ultima edizione di “Nel fantastico mondo delle fiabe – Into the fantastic world of the fairy tales", che ha ottenuto svariati riconoscimenti, è realizzata con un lato in lingua italiana e l’altro in lingua inglese. La sua prima opera poetica “A mia madre” è inserita nell'antologia “Poesie per una mamma”. I suoi quattro libri di poesia sono: “Non sogno e non realtà” - “Unico Amore” (scritto a quattro mani con il poeta Horion Enky) - “Dinanzi a me, c'è solo il mondo” - "Mi voltai... e vidi quel fiore". Una sua silloge poetica fa parte dell'antologia "Alisei - Poeti del Nuovo Millennio a confronto". "Streghe, folletti e fate, filastrocche magiche e favole incantate" e “Filastrocche magiche e favole incantate sono altri due libri per bambini, entrambi in collaborazione con il succitato autore. In relazione alla sua Trilogia fantasy La Stirpe di Luce - Dynasty of Light, il primo volume “La Scelta di Asaliah, vincitore di un Quarto Premio a Sarzana (Sp) e di un Primo premio a Tivoli (Roma), è stato pubblicato nelle versioni italiana e inglese “Asaliah's choice”. Del secondo “Le Origini”, vincitore di un Secondo Premio a Roma, è stata pubblicata la versione inglese “The Origins”. Molteplici sue liriche e racconti si trovano in antologie di vari poeti, anche a scopo benefico.
Di Paolo Valerio è nato a Scafa (17 Ottobre 1953), un piccolo paese industriale in provincia di Pescara, da madre casalinga e padre operaio. Laureato in psicologia nel 1984 ha lavorato per 36 anni nel settore dei servizi rivolti a persone diversamente abili e ad ex degenti psichiatrici. Il suo incontro con la poesia è stato pressoché fortuito poiché nella consultazione di internet, per motivi di lavoro, si è imbattuto nel bando di un concorso letterario: ha inviato una composizione scritta tempo prima per la moglie, senza attendersi assolutamente nulla. L’essere incluso tra i finalisti gli ha fornito la “carica” per continuare quel percorso e da allora non ha più smesso, ottenendo tanti riconoscimenti di varia entità, tra cui 25 primi premi. Non scrive molto perché ritiene importante dedicare tempo alla lettura delle opere altrui nonché allo studio dei testi poetici. In quest'ultimo anno, grazie alla formazione acquisita come autodidatta, è stato giurato in tre concorsi letterari.
Nato e vissuto in Ciociaria, a Ceccano (Fr) nel 1945, con una carriera alle spalle di Segretario comunale, dal 2011 in pensione. Sono un pensionato da pochi anni e per il mio lavoro, riempivo pagine bianche in burocratese per niente poetico! Una volta in pensione mi sono dedicato alla mia vecchia passione: la fotografia e dedicavo il mio tempo alla pubblicazione sul mio profilo facebook accompagnandole con dei commenti che un poeta amico ha trovato poeticamente interessanti, invitandomi ad addentrarmi nel mondo delle poesie brevi giapponesi. Da allora non ne sono più uscito.
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HAIKU
Lassù nel cielo Origami danzano all'imbrunire
Lampi e tuoni Hanno sete di pioggia i miei gerani
danzano i pini col maestrale a marzo - un merlo sul prato
Neve abbondante Tra le bianche rotaie l'ultimo treno
La prima nebbia Laggiù in fondo al viale un'ombra in bici
Pallida luna Della notte carezza le timide ombre
Il borgo antico Emerge dalla nebbia al primo sole
Infanzia amara Solo lacrime e sangue tra i bucaneve
Fiorito il pruno Primavera nell'aria ma non la pace
Gennaio mite Sopra i rami del pino le prime gemme
I tulipani - ondeggiano al vento tra i mulini
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GOGY
Ecco la notte d'amore tanto attesa Sorridono le stelle
GOGY
Ascolto il suono dI un disco La notte è tutta nostra Le corde dell'essere melodiose vibrano
GOGY
Amore è profumo che sa di primavera nei nostri grigi inverni Un dolce tepore s'insinua tra le finestre dell'anima
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TANKA
La pelle d'oca Nonostante il sole fa freddo fuori
Una calda atmosfera Camino sempre acceso
TANKA
Luna d'estate Noi due sopra il molo Dolce la notte
Giuseppe Modica è nato a Modica (RG) il 13 maggio 1959. Dal 1993 ha partecipato a numerosi concorsi poetici nazionali ed internazionali, nel corso dei quali ha quasi sempre ricevuto importanti riconoscimenti ed attestazioni di merito. Nel 1998 ha realizzato l’opera monografica dal titolo “Il canto di Calliope”. Nell’anno 2015 veniva attestata la pubblicazione del volume “Mistral” (presenti sei autori), con la parte a lui dedicata (15 poesie) dal titolo “La cetra di Tamiri”. Nello stesso anno pubblicava l’opera monografica dal titolo “Le nenie di Erato”. Nell’anno 2016 veniva attestata la pubblicazione del volume “Tramoun” (presenti sei autori), con la parte a lui dedicata (15 poesie) dal titolo “Il rapsodo e la quiete”. Nel 2017 vincitore (1° posto) del premio Grimoaldo I°, che gli ha consentito di ottenere la pubblicazione della raccolta di poesie “Echi di storia”, ed una pubblicazione che ha rappresentato il premio speciale assegnatogli in virtù del risultato ottenuto nel concorso “Poesia, Segreto dell’Anima”, dal titolo “Oltre le spine…il silenzio”. Nell’anno 2019 ha realizzato due opere monografiche dal titolo “Canto l’amore…e te”, “Cerchi concentrici”; nel 2021 altre tre raccolte dal titolo “Voci dentro”, "La luna sopra i tetti" e "Imperfezioni" che fanno parte di una collana di cinque quaderni contenenti tutti i testi realizzati nel 2018-2019. Inoltre, è stato inserito in una raccolta Antologica destinata alla scuola (cinque autori contemporanei dell'anno 2021 – rispettivamente con 10 testi), dal titolo "Solchi D'Infinito".
Patrizia Cenci, Vicentina di nascita, sposata mamma di tre splendide ragazze e nonna di due adorabili nipotine che adora. Pensionata dopo 40 di lavoro come impiegata full-time con una gran passione per la poesia e la letteratura che le riempie il cuore. Sensibile ed emotiva, sempre attenta ad ascoltare i problemi che affliggono l’uomo e il suo vivere. Ama scrivere, si immerge nei versi e si sente felice. Le piace parlare d’amore e di dolore perché entrambi fanno parte della vita.
Ha al suo attivo la partecipazione al festival poetico Il Federiciano Edizione 2016 - Concorso Il Federiciano 2017; Parole in Fuga Sei poeti a confronto; Parole in Fuga Poeti del nuovo Millennio a confronto “Africo 2017”; Verrà il mattino e avrà un tuo verso Vol. XIV “Poesie d’amore” Aletti Editore; 2° Premio Internazionale Salvatore Quasimodo Aletti Editore
Lorenzo Ugolini nato a Lonato del Garda (Bs) abito nell’entroterra del Lago di Garda. Ex tecnico, ora in pensione, da anni scrivo poesie che coltivo unitamente ad altre passioni e hobbies come la fotografia e la pittura. Mi propongo con un profilo Facebook e due pagine personali “Ugolini Lorenzo Porta-Voce della Natura”. E “Dalla nostalgia alla speranza”, che è anche il titolo del libro pubblicato nel 2018, della mia prima raccolta di poesie. (Swan Book Edizioni) Nel 2019, sempre con la casa editrice Swan Book edizioni, ho pubblicato la mia seconda raccolta di poesie dal titolo “Nei vicoli del cuore”. Ho ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in campo poetico. Tra gli altri: Terzo classificato Libro poesie edito DALLA NOSTALGIA ALLA SPERANZA. (la prima raccolta di poesie) nel terzo concorso Nazionale "Il sabato del Villaggio", Atlantide Edizioni.
Il Premio presidenza della Giuria per “libri editi” della seconda raccolta dal titolo. NEI VICOLI DEL CUORE. nel Quarto concorso Nazionale Il sabato del Villaggio. Atlantide Edizioni.
Sono un’insegnante di Scuola Primaria di Palermo. Faccio parte dell'Associazione Ateneo di Danze dell'Ottocento; la passione per la Danza Storica mi ha permesso di conquistare il 1°posto ai Campionati Interregionali svoltisi a Palermo nel 05/2019. La vena poetica mi ha portato a comporre pensieri che hanno emozionato chi li leggeva, tanto da convincermi a pubblicarli; la mia prima silloge si intitola “L’Animo ti parla”.
Gabriella Paci nasce a Cortona, provincia di Arezzo.
Consegue la laurea in storia e filosofia presso l’Università di Firenze. Vincitrice del concorso a cattedre, si dedica all’insegnamento di materie letterarie fino al 2020. Ama insegnare, viaggiare, leggere: tutte azioni che ampliano la visione del mondo e la conoscenza degli altri e di se stessi.
Si dedica scrittura poetica ,come attività più o meno continuativa solo dal 2014, come esigenza irrinunciabile per dare voce alla sua costante ricerca di risposte su tanti eventi e riflessioni sulle inquietudini del vivere
Pubblica dunque la silloge “Lo sguardo oltre..”nel 2015 con Aletti editore in cui vuole evidenziare la volontà di cercare oltre le apparenze e l’ovvietà, il senso più vero delle cose.
Il plauso ricevuto, quale ad esempio,il 2° premio nel concorso di poesia e narrativa “Tagete “ nel 2016; la segnalazione di merito al concorso”Premio internazionale “Cinque- terre golfo dei poeti”nel 2017; la segnalazione di opera finalista al concorso “Dal golfo dei poeti Shelley e Byron alla val di Vara “4° edizione nel 2017 ;la segnalazione di merito al concorso internazionale”Cumani –Quasimodo”II edizione nel 2018; la segnalazione di opera finalista al concorso internazionale A.U.P.I nel 2019 e la Menzione di merito al premio internazionale “Ascoltando i silenzi del mare 2020 rafforza il desiderio di continuare ad esprimersi e condividere ancora certi momenti esistenziali.
La seconda pubblicazione “Onde mosse “ edita da Effigi nel 2017 rappresenta la continuazione di questa ricerca introspettiva, caratterizzata da un costante alternarsi di momenti di solitudine e scoraggiamento ad altri di ritrovata speranza. Anche “Onde mosse consegue risultati soddisfacenti e riporta riconoscimenti tra i quali : Menzione di merito al concorso “Cumani-Quasimodo III 2019 ; Finalista al concorso nazionale “Argentario 2019”; 3°premio al concorso “A vento e sole “2019; Diploma d’onore con menzione d’encomio Premio internazionale “Michelangelo 2019 ;1°premio al concorso “Tagete2019 ; 2° premio concorso internazionale Corito Clanis –molteplici visioni d’amore -Cortona città del mondo “
Infine è nel 2019 che viene editata da Luoghinteriori la terza silloge dal titolo:”Le paroledell’inquietudine“ in cui ,quasi a presagio della terribile pandemia di fine anno, il senso di smarrimento e di inquietudine sembrano accentuarsi per dar vita ad una visione intima e sofferta della vita personale collettiva. Anche in questo caso, il libro consegue vari riconoscimenti quali: il 3°premio al festival premio “Emilio Lussu” ;il 1°premio al concorso internazionale “Dal golfo dei poeti Shelley e Byron alla val di Vara 2019 ;la menzione d’onore al concorso internazionale “Kalos” 2019; il 2°premio al premio internazionale “Emozioni poetiche “2020”; il 5°premio al concorso “Solidea-città di Mesagne 2020; la Segnalazione particolare della giuria al 45°premio letterario Casentino ;Encomio d’onore al 2 concorso internazionale 2020“la nebbia agli irti colli” Ediz.Atlantide;il 1° premio al 3 concorso nazionale “Persephone,fiori di poesia 2020”;il 2°premio al concorso internazionale “Ut pictura poesis 2020e il 2°premio al concorso internazionale “Agenda dei poeti 2020”
Tutti i libri contengono altresì poesie che hanno ottenuto vari riconoscimenti e che sono presenti in varie antologie
Infine nel 2021 esce “Sfogliando il tempo”edita da Helicon : ultima raccolta questa in cui c’è il filo conduttore del ricordo legato agli anni della giovinezza ma anche il tempo presente ,con la terribile pandemia che ha colpito il mondo e gli eventi che, nel tempo, si ripetono pur variando il contesto e il luogo.
Al momento il libro ha conseguito i seguenti riconoscimenti:
1°premio al concorso internazionale A.U.P.I- Otma 2 Menzione di merito al premio intercontinentale “le nove muse 21 “Menzione d’onore al premio “Casentino” Menzione d’onore al premio internazionale di Sarzana Menzione di merito al premio Cumani-Quasimodo 2021.
La sua è una poesia dunque lirica ma anche civile.
L’autrice fa parte come membro fondatore dell’associazione “Wiki poesia “e “poetas de mundo”.
Ha pubblicato inoltre poesie su riviste quali “Buonasera Taranto”ed “Euterpe”; su”Luogos “ del Giglio blu di Firenze. scrive sul blog di “Alessandria news today”, è redattrice ne “La voce degli italiani”
E’ presente sul blog” Italian poetry “
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CI SFIORA LA FELICITÀ
Bussa con fragile becco la felicità sul davanzale dei desideri e subito un frullo d’ali la porta lontano. A nulla vale la lusinga della briciola che diventa segno del sogno.
Resta una sensazione più che un’evidenza l’aver tentato il gioco della seduzione per un’emozione antica o meglio per la ricerca ostinata di un’idea che addolcisce il vero e rende mite la sera anche se la luce abbandona il giorno, illudendoci con la bellezza del tramonto.
E’in questa discontinuità e la sensazione di aver provato qualcosa che sta una parte del sentire la felicità come un bene che ci ha sfiorato, anche se per poco, la fronte e rende prezioso il tempo della sua attesa.
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Calipso:-Infelice, non starmi più a piangere qui, non sciuparti la vita: ormai di cuore ti lascio partire.-
COSA RESTA DI UNA STORIA D’AMORE CHE HA PERDUTO L’AMORE?
Restano conficcate parole nella gola che dure ricavano spigoli d’ombra e chiudono al vento l’abbraccio con il cielo. L’imperativo del dolore taglia l’orizzonte, lascia l’illusione dello spazio e diventa linea di confine che si staglia oltre l’albero segato storto,nell’ultima beffa del taglio. Misura degli occhi è il cader frale delle foglie che fingono il volo mentre perdono il ramo e sanno della discesa senza ritorno.
Ma accade che la storia suggerisca la lusinga che cura nella culla del ricordo e torni al tempo del rifugio e della gemma scaldata dal coraggio del raggio nascente. Sillaberà allora ancora l’amore come astro di luce che ha attraversato il vivere e lo ha accompagnato nel sogno di Calipso.
Resterà forse allora il profumo del bosco degli incanti nel disinganno di foglie morte.
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MI RAPPRESENTA IL PETTIROSSO
Vola il pettirosso a valle per sfuggire alle unghiate dell’inverno: smarrito saltella su pungenti rovi in cerca di rametti per il nuovo nido. Nel petto la sua colata di colore a dire il rosso della passione mai perduta nella ricerca di amore e calore da ritrovare ancora.. .
Mi rappresenta il pettirosso per quel suo smarrito cercare qualcosa che segni sempre nuovo segno d’amore e calore anche se è inverno e tutto pare sfiorire nella luce dismessa di questa stagione senza sorrisi aperti.
La sua fragilità di piuma è auspicio di leggerezza in un tempo difficile da sostenere nella durezza di giorni dentro il grigio delle previsioni tra i rami spogli delle aspettative tradite
è pennellata di colore tra le zolle, segno indomito d’amore e passione varco di luce per illuminare l’attesa.
La Fauci Rosaria, Messinese. Sposata con tre figli. Diplomata. È appassionata sia di poesia, scrive in lingua italiana con ottimi risultati, sia di pittura con buona ed apprezzata produzione. Diversi e di prestigio i podi e i premi ottenuti oltre a pubblicazioni avute su riviste specializzate e antologie. Ha pubblicato un libro di poesie dal titolo: “Amore e solitudine”, trascrive e racconta immagini con semplicità, colori, sentimenti e di sensazioni del suo essere e del vissuto in versi.
Giovanni Macrì nasce a Messina nel 1957, dove nel 1981 si laurea a 23 anni col massimo dei voti. Medico Chirurgo prima e poi Odontoiatra, dal 1982 opera in Barcellona P.G.(ME).
Nel 2015 trova dentro di sé la forza di mettere nero su bianco della drammatica realtà che, dal 14 agosto 2011, si trova a vivere. Realtà che non gli apparteneva assolutamente e che lo obbliga a trascorrere i sei mesi successivi al fianco della figlia, lontano dalla sua quotidianità e tuttora sempre presente a compensare tutto ciò che un destino infame le ha ingiustamente tolto, dopo che l’errore di una persona l’ha resa paraplegica. Dopo aver elaborato in qualche modo questo “lutto”, vedendo che la ragazza vive “felicemente” la propria nuova dimensione, inizia a scrivere di questo periodo e della rinascita della figlia.
La scrittura diventa la sua forma di catarsi, affrontando inizialmente l’argomento vissuto in prima persona e poi dedicandosi alla realizzazione di altri scritti a tematica sociale, romanzi, favole, fiabe, e polizieschi. Dilettandosi anche nella scrittura di poesie e racconti in lingua e in vernacolo siciliano, ed infine anche alla fotografia.
Collabora con il quotidiano nazionale d'informazione online, "La Voce agli italiani", di cui è giornalista redattore.
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Ha all’attivo quattordici pubblicazioni con varie case editrici: Dopo il buio della notte, c’è sempre una nuova… alba – Giovanelli, 2016 Il coraggio e l’ardire – Armenio, 2017 Dov’è Mihaly? – Leonida, 2017 Il fiore della vita – Giovanelli, 2018 Il ritorno di Sylar – Giovanelli, 2018 La crisalide: il coraggio di essere se stessi – Cavinato, 2018 Obsession – Montag, 2019 Delitto al parco – Montag, 2019 Il venditore di fazzolettini – Leonida, 2019 Aput: storia di un’amicizia – Edizioni Historica, 2019 Blood – Montag, 2020
La maschera dell'ego– Montag, 2021 Puzzle– Montag, 2021 180/78 - Progetti di Armonia Edizioni, 2022
SINOSSI
“Dopo il buio della notte c'è sempre una nuova ... ALBA” è il racconto, scritto con l’inchiostro del cuore, di un padre la cui figlia è stata resa paraplegica a seguito di un incidente stradale. L’errore di una persona ha stravolto la vita a tante altre. Sei mesi vissuti lontano da casa in un istituto di riabilitazione motoria, circondati fortunatamente da persone “speciali”, persone incisive e decisive, dove la ragazza, prendendo coscienza di una realtà che non le apparteneva, ma con cui dovrà conviverci a vita, ha accettato la sua disabilità e continua, poi a casa, la sua battaglia a che anche altri nelle sue condizioni possano realizzare, come grida lei al mondo intero, che…
nulla è impossibile, basta volerlo!
Roberta non si è arresa, anzi, ha fatto in modo che neanche le persone a lei vicine si potessero arrendere.
Lei che nulla può, ma tutto fa!
Lei ha consacrato la sua rinascita nella voglia di vivere la vita, sì in maniera diversa, ma con dignità e disprezzo del pietismo. Lei si è da subito saputa adattare alla nuova dimensione grazie al suo temperamento particolarmente determinato e grazie anche agli splenditi “maestri” del centro di riabilitazione in quel di Montecatone (Imola - BO), persone fermamente incisive e decisive, che le hanno insegnato a pieni voti come vivere in carrozzina cercando di farle superare tutte quelle barriere, soprattutto le mentali, che l’uomo ignorante mette in maniera spudorata sul cammino di queste persone con disabilità. Come diceva il grande scrittore Oscar Wilde: “Vivere è la cosa più rara al mondo, la maggior parte della gente esiste, e nulla più”, e lei VIVE la sua vita in maniera fantastica, facendo riflettere su questo profondo pensiero chi le sta intorno.
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Vincitore di più di duecentocinquanta premi letterari nazionali e internazionali oltre che come scrittore e poeta anche come fotografo. Giurato in diversi concorsi letterari. Direttore artistico del Premio “Poeta per caso”, sez. giovani 2020. Presidente di sezione -“Racconti brevi” del premio “IMPAVIDARTE - la biennale della cultura” 2018 – 2019.
Direttore artistico del Premio “Poeta per caso”, sez. giovani 2021/22. Direttore artistico del Premio “Carmelina de Marco”, sez. giovani 2021/22.
I premi vinti dalla lirica "14 austu 2011":
- 2019 - XIX concorso e premio “N.D. Maria Santoro” . Roma - 3° posto - poesia in vernacolo
- 2019 - II edizione del concorso nazionale di Poesia "Versi di Pace 2018" - Segnalazione di merito poesia dialettale
- 2019 – 3° Memorial Accardo – premio speciale “La Fenice”
- 2019 - XXI Premio letterario “Incontro di Poeti” - 1° POSTO poesia dialettale
- 2020 - Fiori di Maggio – finalista e selezionato nella rosa di quaranta poeti per essere inserito in antologia
- 2020 - Terzo premio letterario Persefhone – Fiori di poesia Omaggio alla Primavera - menzione di merito
- 2020 - Concorso Poesia “Cardinal Branda Castiglioni”- 2° posto
- 2020 - III^ Edizione del Concorso letterario internazionale "Poesia è vita" - menzione d'onore
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14 AUSTU 2011 (Lingua siciliana - Vernacolo messinese)
‘N Anciulu vinni ddà scura e fitusa notti d’austu pì combattiri senza timori ‘a battagghia, pì idda, mustrannuci ‘ntà facci dû terribili signuri ‘ll’olocaustu, cu arrucanza ‘a sò spada chi lucìava comu ‘ na stidda. Iddu, sinni ju vastunatu, purtannusi però pezzi ‘i carni ‘nzasanguliati e puru… dâ so’ midudda ‘na parti. ‘A carusa nun transitò cu barcuni ‘u “Ciumi”, nun n’avia i dinari! Chiddu fu ‘u tremennu prezzu c’appa a paari, pì… nun passari! 'N ‘ nfame si purtò cu iddu ‘a so’ possibilità ‘i camminari, annannusinni battutu sì, ma cu nu stranu risu ‘ntà so’ facci, senza cchiù turnari. ‘A figghia ristò ‘n terra supra ‘a nira strata, chi so’ iammi ‘nteramente senza motu, ferme, friddi, e ciancennu ‘i so drammi! ‘Ntisu cà vita è una sula , fàcinnusini ‘na ragiogi da ddù mumentu, e chi s’avia a viviri sempri cu fortizza e senza nuddu abbattimentu. Minutu pì minutu, mumentu pì mumentu, jornu dopu jornu, sempri cu gioia, ‘ntà facci ‘i chiddu chi pò succediri tutt’ntornu. L’upirrazioni, ‘u spitali, i notti passati in biancu ‘u scunfurtu, ‘a solitudini, ‘u duluri, ‘u scantu, ‘Na miscela ‘i niuri pinzeri, comu “dimòni” ‘nzivati s’inturciunavano ‘ntò sò ciriveddu, tutti ammiscati. Curaggiusa, dura, crastuna, insistenti, , comu javia sempri stata, è sempri ‘u sarrà, cominciau a battìrili a unu a unu cu tanti patimenti, vivennu ‘a so’ risurrizione, supra i so’ “roti”, cu abbilità. I nùovi e viecchi amici, ‘i cristiani ‘u cumprènniri, lu me ciatu ‘i patri, ‘i maistri dû “Centru” ‘u ‘ntènniri! Da subitu capìu ca putìa fari càsi tuttu chiddu ca prima facìa, sicuramenti ‘ntà ‘na manera diviersa, ma ca putìa! ‘I ddù mumentu, nenti e nuddu cchiù idda arrinisciu ad acchiappari! Guirari ‘a sò màchina, fari sport, supra ‘a so’ carrozzina abballari, Cu poti firmari a fuorza ‘i nu terribili marimotu? Chistu è cìertu… idda è chiù putenti ‘i nu terremotu! Tuttu chistu rittu ‘ntà facci a chiddu, ca cristiani malati ‘i testa, chî sò ncagghi, ‘nsàjanu a mìettiri ô ravanzi dû sò “iri” ca nun arresta! A iddi, e a tutti chiddi ca crìrunu chi stì “carusi” sunnu còsi ‘i jittari, idda, ca nenti poti, ma tuttu faci, potennulu banniari, sìenza vriùogna rittu 'ntà facci e senza cruci, bucìa cu furtizza e dicisioni, cu tutta ‘a so’ vuci, e ‘u dici, e ‘u dici ancùora, picchì poti dirlu: “Tuttu si puti, abbasta vulirlu!”
14 AGOSTO 2011 Un Angelo venne quella scura e lercia notte di agosto per combattere senza timore la battaglia per lei. Mostrando, in faccia al terribile signore dell’olocausto, con arroganza la sua spada fulgente come una stella, Questi andò via, sconfitto, non senza però portar seco lembi sanguinanti delle sue carni e anche un frammento del suo midollo. La ragazza non transitò con il barcone l’“Acheronte”, non aveva il denaro! Quello fu il caro prezzo che dovette pagare per non… passare. L’infame si portò con lui il suo poter camminare, andando via, sì sconfitto, ma con un ghigno sul suo volto, senza più tornare. La ragazza, restò a terra sul giudaico manto, con le gambe completamente paralitiche, immobili, fredde e piangendo i suoi drammi. Capito che la vita è una sola, facendosene una ragione da quel momento e che va vissuta intensamente nella sua pienezza e senza alcun abbattimento. Minuto per minuto, attimo per attimo, giorno dopo giorno, sempre e sempre con gioia, in faccia a tutto ciò che può succedere tutt’intorno! L’intervento, il centro di riabilitazione, le notti insonni, lo sconforto, la solitudine, la paura, il dolore. Un ginepraio di cupi pensieri, come squallidi dèmoni si aggrovigliavano nella sua mente, tutti mischiati. Coraggiosa, testarda, ostinata, caparbia, per come era sempre stata, e sempre lo sarà, ha iniziato a sconfiggerli uno a uno, con tante sofferenze vivendo la sua “rinascita” sulle sue “ruote” con abilità. I nuovi e vecchi amici, il comprendere delle persone, il mio calore di padre, la consapevolezza dei maestri del “Centro” Si rese conto da subito che poteva fare quasi tutto quello che faceva prima sicuramente in maniera diversa, ma che poteva! Da quel momento niente e nessuno riuscì più a fermarla! Guidare la sua macchina, fare sport, ballare in carrozzina. Chi può fermare l’impeto di un terribile maremoto? Questo è certo, lei è più potente di un terremoto! Tutto questo in faccia a ciò che menti deviate, con le loro barriere, cercano di mettere davanti al suo cammino, che non si ferma. A loro e a chiunque crede che questi ragazzi siano delle cose da gettare, lei che nulla può, ma tutto fa senza sofferenze, senza vergogna grida loro dritto in faccia, grida con fermezza e decisione, con tutta la sua voce, e lo dice, lo dice ancora perché può dirlo: “Niente è impossibile, basta volerlo!”
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BORGO CHE FU (dedicato a Montalbano Elicona - Messina)
Un caliginoso tramonto sul borgo antico appare come indelebile schizzo di quadro. Su rugosi terreni e sudate campagne arate una lieve brezza disperde il canto dei corvi accarezzando pini e cipressi raggruppati come sentinelle sullo sperone roccioso. Sgretolato dal tempo di epoche trascorse, ancor l’indomito e fiero maniero, recante tracce bizantine e poi normanne, si erge sulla collina circondato, come sudditi prostrati ai suoi piedi, da minuscole case di pietra, mattoni e tetti di coccio di un rosso sbiadito. Tra queste dimore vedi vicoli ovattati dove anche l’ora rallenta la sua corsa. Rintocchi austeri dei sonanti bronzi della settecentesca Chiesa Madre accompagnano il procedere stanco dei contadini che tornano dai campi. I putti della fontana sembrano giocare col sorriso innocente dei bimbi tra riverberi di luci e traboccante acqua. Donne di nero vestite per le viuzze, accomodate su vecchie sedie impagliate, tacite snocciolano grani di Rosario. Solo fiaccole ne accendono il silenzio. L’intero universo appare armonioso di una luce totalmente acquietante e una pace incerta, ma invitante circonda la mia inviolabile ombra. Il pensiero vola a momenti passati dove gonfaloni ai muri delle case, usbergo e spada di prodi cavalieri e zendàdi di seta pastello delle dame ci proiettano, tristi, nel tempo che fu.
Premi vinti da Borgo che fu 2020 - Concorso “innANZItutto- versi in vernacolo e poesia nel borgo” - menzione d'onore 2020 – 21° Memorial Poesia “Gaetano Salvemini” - Premio della presidenza 2020 - Concorso letterario 3° Magna Graecia – 4° classificato 2021 - Premio Letterario “Genius Loci” – Primo premio Genius Loci, I^ edizione”. 2021 - Premio Letterario Poiesis - 2° posto
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SALE AMARO
La luna ha già abbandonato la scogliera lasciando il mare pieno di oro trasparente. Freneticamente in attesa, solingo cammino sulla battigia, mentre l’onda dolcemente l’accarezza mentendo spudoratamente in silenzio. Il bieco cielo si era fatto a brandelli, il mare grigio ruggiva e ribolliva, nuvole nere si erano fuse con esso e il vento soffiava potente e minaccioso. L’urlo furioso della risacca ferì l’oscurità. Tu sei andato lo stesso con la barca nella tempesta per sfamare noi… i tuoi cari. Mentre mi struggo per una tonante sciagura pescatori di ritorno portano solo lacrime che doneranno alla famiglia di chi non c’è più. Gabbiani feriti garriscono in alto, accompagnando il mio dolore Sei rimasto lì, al fondo dell’abisso, esanime tra tanti orfani detriti, dove anche i rossi coralli si son vestiti a lutto. Niente e nessuno ti porterà a me. Addolorato, contorto mi inginocchio su quella riva dove l’alto faro dello “Stretto” avrebbe dovuto illuminare il tuo rientro. Con rabbia e odio prendo un pugno di mare, resterà di esso solo sale amaro! Ciò che eri,padre mio, in eterno vivrà in me!
Premi vinti da Sale amaro
2020 – 2° Premio Teseo –Milazzo – 2°posto 2020 - Premio Wilde (Vercelli) - finalista 2020 – Premio “Perdersi nell’Amore” – Menzione di merito 2020 – I colori dell’anima – Menzione speciale della giuria 2020 – Premio Città di Latina – Premio speciale della Giuria
Alfonso Gargano è nato e vive a Salerno. Sposato, ha una figlia di nome Alessandra. Commercialista, revisore, relatore, dal 1994 al 2016 consigliere prima del Collegio dei Ragionieri poi dell’unificato Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, ha ricoperto la carica di tesoriere e di vice Presidente. Ha pubblicato numerosi articoli su argomenti professionali ed è autore e coautore di testi relativi all’antiriciclaggio. È appassionato e cultore di musica, in modo particolare di quella leggera degli anni 60/70. A dicembre 2013 ha pubblicato il suo primo libro di poesie “La parola al cuore”, edito da "Printart edizioni," alla quarta ristampa e 1.300 copie; nel 2017 ha pubblicato "I pensieri del cuore", edito da Edizioni "Il Fiorino" di Modena; nel 2019 ha pubblicato “La mia Salerno in rima baciata”, "Printart edizioni"; ed ancora, ha pubblicato quaderni periodici di poesie e scritti "I quaderni di Alfonso Gargano", editi da "Printart Edizioni". Ha partecipato a premi e concorsi letterari nazionali ed internazionali ricevendo numerosi podi, premi e riconoscimenti. Ha ricevuto tre premi alla carriera uno nel 2019, nel 2020 consegnato da Gigi Marzullo e nel 2021. Sue poesie sono state pubblicate in numerose antologie. Si caratterizza sopratutto per la rima baciata e le composizioni estemporanee. Predilige come vezzo grafico la lettera mauiscola ad ogni capoverso. Alcune poesie sono state musicate.
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HO VISTO
Ho visto intorno a me la gente morire, Dilaniarsi, piangere, patire. Lampi di luce e il fragore delle bombe, Il riempirsi di fosse comuni e tombe. Ho visto la mia scuola diroccata e insicura, Studiavo di notte in una stanza scura. Ho visto tanta gente incamminarsi Verso un futuro nuovo senza stancarsi. Ho visto per la prima volta il mare, Era di notte con le barche ad ondeggiare. Ho visto mio padre pagare uomini rudi Per farci imbarcare a piedi nudi. Ho visto toccare il culo a mia sorella Mentre ci contavano salendo sulla barcarella. Ho visto bianchi e neri seduti vicini, Neanche lo spazio per fare i bisognini. Ho visto le lacrime lasciando la terra E la speranza di una meta senza guerra. Ho visto mio padre sorriderci di cuore Dicendoci che andavamo verso un mondo migliore. Ho visto il terrore negli occhi sbarrati Quando le onde ci hanno bagnati Il barcone ha iniziato ad ondeggiare Sempre più forte nel chiarore lunare. Ho visto cadere tutti negli abissi Schizzi, sbracciate, occhi fissi. Ho visto l’acqua sempre più profonda Mentre il mio corpo lentamente affonda. Sta per fermarsi per sempre il mio cuore Penso”è vero sto andando in un mondo migliore”.
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NON CHIAMATEMI POETA
Mi piace mettere pensieri in rima Il verso dopo baciato a quello prima. Non sono un poeta e non lo penso Esserlo sarebbe solo un controsenso. Partecipo ai concorsi per divertimento E se mi premiano son contento, Non faccio tragedie se non sono finalista È un piacere vedere tanti amici nella lista. Non chiamatemi poeta non lo sono Ai sommi del mio scrivere chiedo perdono, Non rispetto cadenze e quartine Non conto sulle dita sillabe e terzine. Faccio inorridire i cultori delle liriche Forse prendendo anche critiche. Ma io scrivo così come mi viene Di getto a ogni pensiero che mi sovviene, Emozioni, ricordi, fatti vissuti Li esterno ad amici e sconosciuti. E il guardare nei loro occhi le emozioni Mi rende felice più di targhe e menzioni- Alle regole poetiche sono schivo Ma sono contento di come scrivo.
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NUN CE PENZÀ
L’ato juorno nun me pareva overo, Forse è stata l’aria ‘e primmavera! Ntramente steve a ‘o barcone affacciato Muglierema è venuta e m’ha abbracciato Po m’ha pigliato stretta ‘a mano E m’ha purtato ncoppo ‘o divano. C’aggio ditto: ma nu tenimmo chiù l’età! M’ha ditto: Statte zitto, tieneme stretta e nun ce penzà.
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NON PENSARCI
L'altro giorno non mi sembrava vero Forse è stata l'aria di primavera Mentre stavo al balcone affacciato Mia moglie è venuta e mi ha abbracciato Poi mi ha preso stretto la mano E mi ha portato sul divano Le ho detto: ma non abbiamo più l'età Mi ha detto: stai zitto, tienimi stretta e non pensarci.