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Le maschere di Venezia: tra mito, storia e tradizione

Arte
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La storia delle maschere del carnevale di Venezia è intrecciata con le vicende della città e della Repubblica di Venezia. Le maschere veneziane non sono solo un accessorio irrinunciabile del celebre Carnevale, ma sono state le protagoniste di scandali, tradizioni e usanze cittadine anche al di fuori delle feste sfrenate di Casanova.
L’uso delle maschere viene regolamentato solo a partire dal 1200 e nel 1400 nasce l’ordine dei fabbricanti di maschere veneziani, i “mascareri”.
Forse non tutti sanno che un tempo i veneziani erano mascherati per molti mesi all’anno, principalmente per tre ragioni:
- il Carnevale anticamente andava dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri;
- la maschera veniva indossata come “precauzione” in affari rischiosi, come il gioco d’azzardo o i loschi scambi fra mercanti e contrabbandieri;
- chi era mascherato “giocava” ad interpretare un ruolo e come tale non poteva essere arrestato per le sue condotte al limite della legalità.
Nella storia della Serenissima si susseguirono leggi che proibivano di indossare la maschera nei casinò, durante la notte, nei monasteri, nei postriboli (per colpire principalmente l’uso della Gnaga, la maschera da gatta indossata dai maschi che si prostituivano). Allo stesso tempo, la maschera era obbligatoria per le donne che andavano a teatro ma vietata alle ragazze in attesa di marito.
Col passare del tempo, la maschera venne permessa solo durante il Carnevale e nel corso dei banchetti speciali. Cadde definitivamente in disuso con la fine della Serenissima, nel 1797, e rimase nei cassetti di Venezia per quasi 200 anni. Quando nel 1979 la maschera fu riammessa a Venezia, tornarono a fiorire le botteghe dei mascareri, segno che la tradizione era solo rimasta sopita sotto la cenere senza mai spegnersi del tutto.
Grandi celebrità mascherate, personaggi di fantasia o nobili mestieri sono stati immortalati nell’iconografia cittadina.
Giacomo Casanova: avventuriero, intellettuale e libertino veneziano, grande frequentatore dei più prestigiosi ed equivoci salotti della città, viene spesso ritratto mascherato;
Il medico della peste: se un tempo il medico della peste indossava una maschera dal lungo naso imbottito di medicamenti disinfettanti, per questioni sanitarie la sua figura suggestiva dal profilo inconfondibile divenne una maschera tradizionale;
La Baùta: completata da tricorno e tabarro, la Baùta è la maschera veneziana per eccellenza, indossata da uomini e donne in tantissime occasioni del passato. Può essere bianca o riccamente ornata, ma resta una delle protagoniste del Carnevale di Venezia.