Moena, il cui nome in latino significa palude, è un paese di circa 2.000 abitanti in provincia di Trento ed è situato in Val di Fassa, a poco più di 1.200 metri d’altezza. In estate è circondato da verdi e fioriti pascoli e in inverno da gruppi dolomitici innevati, come i famosi Sella, Catinaccio e Latemar.
All’alba e al tramonto le cime delle Dolomiti che lo circondano si tingono di rosa: ecco perché questo graziosissimo paesino montano è conosciuto come la Fata delle Dolomiti, nel cuore della Val di Fassa.
Recentemente premiato ai Green Destinations Awards come meta che promuove un turismo sostenibile (il centro nei periodi di alta stagione diventa una zona pedonale con mezzi alternativi di trasporto e numerose e-bike), Moena ha la fortuna di trovarsi ai piedi delle più belle Dolomiti del Trentino.
Qui, in estate, ci si può rilassare con lunghe passeggiate ed escursioni a piedi o in mountain bike, fare un bagno nelle piscine e nelle vasche idromassaggio delle strutture ricettive, oppure shopping tra le botteghe artigiane e i mercatini tipici del centro. E ancora, assaggiare i prodotti locali come il conosciutissimo Puzzone di Moena DOP, il formaggio dall'inconfondibile gusto di erbe degli alpeggi.
La tradizione culinaria ladina qui è vivissima, valorizzata sia dai ristoranti che dagli eventi enogastronomici .
In inverno, invece, è meraviglioso frequentare le piste della “Ski Area Alpe Lusia – San Pellegrino”, un comprensorio sciistico con una funzionale rete di impianti di risalita e piste dagli scenari unici.
Chi invece pratica lo sci di fondo troverà al Centro del Fondo Alochet, a due chilometri dal Passo San Pellegrino, bellissimi tracciati che si snodano tra ampie radure e boschi innevati. Inoltre, è proprio da Moena che parte la famosa Marcialonga di Fiemme e Fassa, la più importante gara di sci di fondo in Italia, che si tiene a gennaio.
Varie
PATRIZIA CENCI (Borgo Veneto, Padova)
Patrizia Cenci, Vicentina di nascita, sposata mamma di tre splendide ragazze e nonna di due adorabili nipotine che adora. Pensionata dopo 40 di lavoro come impiegata full-time con una gran passione per la poesia e la letteratura che le riempie il cuore. Sensibile ed emotiva, sempre attenta ad ascoltare i problemi che affliggono l’uomo e il suo vivere. Ama scrivere, si immerge nei versi e si sente felice. Le piace parlare d’amore e di dolore perché entrambi fanno parte della vita.
Ha al suo attivo la partecipazione al festival poetico Il Federiciano Edizione 2016 - Concorso Il Federiciano 2017; Parole in Fuga Sei poeti a confronto; Parole in Fuga Poeti del nuovo Millennio a confronto “Africo 2017”; Verrà il mattino e avrà un tuo verso Vol. XIV “Poesie d’amore” Aletti Editore; 2° Premio Internazionale Salvatore Quasimodo Aletti Editore
LORETTA STEFONI (Civitanova Marche, Macerata)
Loretta Stefoni nasce a Civitanova Marche (MC) e ivi risiede da sempre.
Rogliano (Cosenza) / Intervista a Carmine Altomare, titolare della "Tenuta Bocchineri”: «Una piccola oasi di pace che racchiude antiche memorie»
Con immenso piacere abbiamo rivolto alcune domande al signor Carmine Altomare, proprietario della "Tenuta Bocchineri", che, con impegno e passione, ha saputo dar vita ad una vera oasi naturalistica. Un habitat caratterizzato da uno splendido percorso nella natura, ove è possibile riscoprire anche la memoria degli antichi mestieri contadini.
- Parliamo della "Tenuta Bocchineri". Come e quando nasce l'idea di realizzarla?
«La "Tenuta Bocchineri" è da sempre una proprietà di famiglia che nel tempo si è ingrandita perchè sono stati aggiunti altri appezzamenti di terreno. Complessivamente è costituita da un'area di circa 3 ettari di suolo e si estende dalla zona adiacente il "Palazzetto dello Sport" di Rogliano, sino a confinare, nella sua parte più estrema, con il fiume Lara».
- Può spiegarci esattamente cos'è? Quali piante ospita? Che tipo di attività sono previste?
«Mi piace paragonarla ad una piccola oasi di pace, a quattro passi dal centro cittadino. Il percorso inizia dal cancello d'ingresso, realizzato da un bravissimo artigiano del paese. Subito dopo ci imbattiamo in un piazzale, fatto di pietre locali, dove è stata collocata una fontanella, ricavata da un tronco di castagno secolare (un tempo utilizzato come mangiatoia degli animali), ed ornata da un monoblocco di granito silano. Vi è anche un piccolo museo della civiltà contadina, con l'esposizione di vecchi attrezzi ed utensili degli antichi mestieri, ed una collezione di vini del Savuto. Nel giardino attiguo richiamano l'attenzione alcune radici di castagno secolare, raffiguranti sembianze di animali, e alcune pietre levigate dal fiume. Nelle vicinanze troviamo una casupola che conserva ancora il suo muro originario esterno. Al piano inferiore vi è un locale, anticamente utilizzato come pollaio, trasformato in una piccola cantina che ospita una "riempitrice", un utensile antico e raro che un tempo serviva per riempire le bottiglie di vino. All'interno sono custoditi anche altri attrezzi, tra cui la pompa a spalle di rame, che veniva utilizzata per dare il solfato alle viti. Nella tenuta troviamo alcune piante tipiche delle nostre zone montane, come la quercia secolare, che ha tutte le caratteristiche per essere denominata "albero monumentale", ed il "nespolo germanico", un albero assai raro, unico della specie in tutto il bosco».
- Ci sono delle cose che lei, come proprietario di questa oasi naturale, vorrebbe venissero effettuate? Alcuni miglioramenti? Quali sono i suoi progetti futuri?
«Sarebbe utile che la fruizione di siffatti percorsi naturalistici e storici potesse avere scopi didattici ed educativi. L'idea di fondo è quella di salvaguardare gli habitat naturali, utilizzandoli in modo appropriato e valorizzare le nostre tradizioni come salvaguardia e promozione della memoria. Auspico che le scuole e le altre agenzie educative promuovano e sensibilizzino gli uomini e le donne di domani perchè com'è noto: "non si può parlare di futuro e presente se non si conosce il nostro passato". Eventuali miglioramenti possono avvenire se si costruisce una sinergia tra tutti gli attori del territorio, perchè l'azione individuale resterebbe costosa per chiunque e richiederebbe tempi lunghi per la realizzazione di qualsiasi progetto. Per quanto mi riguarda, resto a disposizione di chiunque volesse visitare gratuitamente la tenuta ed eventualmente estendere la passeggiata lungo un sentiero che conduce ad un mulino di antiche fattezze».
- Qual è il messaggio indiretto che il grazioso museo della civiltà contadina vuole trasmettere?
«Il museo, come le altre attrattive della tenuta, ha insito lo scopo di riscoprire le nostre tradizioni, i mestieri e, quindi, le nostre origini, nell'ottica di far conoscere ai giovani d'oggi la realtà di un tempo passato che rischia di essere dimenticata e, quindi, mortificata».
GIANNI ROMANIELLO (Gravina in Puglia, Bari)
Gianni Romaniello, di origine lucana, nato ad Anzi (PZ) nel 1961, risiede a Gravina in Puglia sin dall’infanzia. Laureato in Scienze dell’Informazione, è un innovation manager nella gestione del cambiamento digitale e dell’innovazione tecnologica per la riorganizzazione dei processi aziendali. La sua formazione scientifica influenza la sua passione per la scrittura poetica, stabilendo una convivenza simbiotica tra scienza e poesia accumunate dall’atteggiamento di ricerca, immaginazione e scoperta.
“Transumanze fra chiaroscuro” (Oceano Edizioni ) è la sua quinta silloge poetica pubblicata nel 2023.
GIOVANNI MACRÌ (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina)
Giovanni Macrì nasce a Messina nel 1957, dove nel 1981 si laurea a 23 anni col massimo dei voti. Medico Chirurgo prima e poi Odontoiatra, dal 1982 opera in Barcellona P.G.(ME).
Nel 2015 trova dentro di sé la forza di mettere nero su bianco della drammatica realtà che, dal 14 agosto 2011, si trova a vivere. Realtà che non gli apparteneva assolutamente e che lo obbliga a trascorrere i sei mesi successivi al fianco della figlia, lontano dalla sua quotidianità e tuttora sempre presente a compensare tutto ciò che un destino infame le ha ingiustamente tolto, dopo che l’errore di una persona l’ha resa paraplegica. Dopo aver elaborato in qualche modo questo “lutto”, vedendo che la ragazza vive “felicemente” la propria nuova dimensione, inizia a scrivere di questo periodo e della rinascita della figlia.
La scrittura diventa la sua forma di catarsi, affrontando inizialmente l’argomento vissuto in prima persona e poi dedicandosi alla realizzazione di altri scritti a tematica sociale, romanzi, favole, fiabe, e polizieschi. Dilettandosi anche nella scrittura di poesie e racconti in lingua e in vernacolo siciliano, ed infine anche alla fotografia.
Collabora con il quotidiano nazionale d'informazione online, "La Voce agli italiani", di cui è giornalista redattore.
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Ha all’attivo quattordici pubblicazioni con varie case editrici:
Dopo il buio della notte, c’è sempre una nuova… alba – Giovanelli, 2016
Il coraggio e l’ardire – Armenio, 2017
Dov’è Mihaly? – Leonida, 2017
Il fiore della vita – Giovanelli, 2018
Il ritorno di Sylar – Giovanelli, 2018
La crisalide: il coraggio di essere se stessi – Cavinato, 2018
Obsession – Montag, 2019
Delitto al parco – Montag, 2019
Il venditore di fazzolettini – Leonida, 2019
Aput: storia di un’amicizia – Edizioni Historica, 2019
Blood – Montag, 2020
La maschera dell'ego– Montag, 2021
Puzzle– Montag, 2021
180/78 - Progetti di Armonia Edizioni, 2022
SINOSSI
“Dopo il buio della notte c'è sempre una nuova ... ALBA” è il racconto, scritto con l’inchiostro del cuore, di un padre la cui figlia è stata resa paraplegica a seguito di un incidente stradale. L’errore di una persona ha stravolto la vita a tante altre. Sei mesi vissuti lontano da casa in un istituto di riabilitazione motoria, circondati fortunatamente da persone “speciali”, persone incisive e decisive, dove la ragazza, prendendo coscienza di una realtà che non le apparteneva, ma con cui dovrà conviverci a vita, ha accettato la sua disabilità e continua, poi a casa, la sua battaglia a che anche altri nelle sue condizioni possano realizzare, come grida lei al mondo intero, che…
nulla è impossibile, basta volerlo!
Roberta non si è arresa, anzi, ha fatto in modo che neanche le persone a lei vicine si potessero arrendere.
Lei che nulla può, ma tutto fa!
Lei ha consacrato la sua rinascita nella voglia di vivere la vita, sì in maniera diversa, ma con dignità e disprezzo del pietismo.
Lei si è da subito saputa adattare alla nuova dimensione grazie al suo temperamento particolarmente determinato e grazie anche agli splenditi “maestri” del centro di riabilitazione in quel di Montecatone (Imola - BO), persone fermamente incisive e decisive, che le hanno insegnato a pieni voti come vivere in carrozzina cercando di farle superare tutte quelle barriere, soprattutto le mentali, che l’uomo ignorante mette in maniera spudorata sul cammino di queste persone con disabilità.
Come diceva il grande scrittore Oscar Wilde: “Vivere è la cosa più rara al mondo, la maggior parte della gente esiste, e nulla più”, e lei VIVE la sua vita in maniera fantastica, facendo riflettere su questo profondo pensiero chi le sta intorno.
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Vincitore di più di duecentocinquanta premi letterari nazionali e internazionali oltre che come scrittore e poeta anche come fotografo.
Giurato in diversi concorsi letterari.
Direttore artistico del Premio “Poeta per caso”, sez. giovani 2020.
Presidente di sezione -“Racconti brevi” del premio “IMPAVIDARTE - la biennale della cultura” 2018 – 2019.
Direttore artistico del Premio “Poeta per caso”, sez. giovani 2021/22.
Direttore artistico del Premio “Carmelina de Marco”, sez. giovani 2021/22.
I premi vinti dalla lirica "14 austu 2011":
- 2019 - XIX concorso e premio “N.D. Maria Santoro” . Roma - 3° posto - poesia in vernacolo
- 2019 - II edizione del concorso nazionale di Poesia "Versi di Pace 2018" - Segnalazione di merito poesia dialettale
- 2019 - "Premio letterario storico - VOCI DALL'ABBAZIA"- 1° POSTO poesia dialettale
- 2019 – 3° Memorial Accardo – premio speciale “La Fenice”
- 2019 - XXI Premio letterario “Incontro di Poeti” - 1° POSTO poesia dialettale
- 2020 - Fiori di Maggio – finalista e selezionato nella rosa di quaranta poeti per essere inserito in antologia
- 2020 - Terzo premio letterario Persefhone – Fiori di poesia Omaggio alla Primavera - menzione di merito
- 2020 - Concorso Poesia “Cardinal Branda Castiglioni”- 2° posto
- 2020 - III^ Edizione del Concorso letterario internazionale "Poesia è vita" - menzione d'onore
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14 AUSTU 2011
(Lingua siciliana
- Vernacolo messinese)
‘N Anciulu vinni ddà scura e fitusa notti d’austu
pì combattiri senza timori ‘a battagghia, pì idda,
mustrannuci ‘ntà facci dû terribili signuri ‘ll’olocaustu,
cu arrucanza ‘a sò spada chi lucìava comu ‘ na stidda.
Iddu, sinni ju vastunatu, purtannusi però pezzi ‘i carni
‘nzasanguliati e puru… dâ so’ midudda ‘na parti.
‘A carusa nun transitò cu barcuni ‘u “Ciumi”, nun n’avia i dinari!
Chiddu fu ‘u tremennu prezzu c’appa a paari, pì… nun passari!
'N ‘ nfame si purtò cu iddu ‘a so’ possibilità ‘i camminari,
annannusinni battutu sì, ma cu nu stranu risu ‘ntà so’ facci, senza cchiù turnari.
‘A figghia ristò ‘n terra supra ‘a nira strata, chi so’ iammi
‘nteramente senza motu, ferme, friddi, e ciancennu ‘i so drammi!
‘Ntisu cà vita è una sula , fàcinnusini ‘na ragiogi da ddù mumentu,
e chi s’avia a viviri sempri cu fortizza e senza nuddu abbattimentu.
Minutu pì minutu, mumentu pì mumentu, jornu dopu jornu,
sempri cu gioia, ‘ntà facci ‘i chiddu chi pò succediri tutt’ntornu.
L’upirrazioni, ‘u spitali, i notti passati in biancu
‘u scunfurtu, ‘a solitudini, ‘u duluri, ‘u scantu,
‘Na miscela ‘i niuri pinzeri, comu “dimòni” ‘nzivati
s’inturciunavano ‘ntò sò ciriveddu, tutti ammiscati.
Curaggiusa, dura, crastuna, insistenti, ,
comu javia sempri stata, è sempri ‘u sarrà,
cominciau a battìrili a unu a unu cu tanti patimenti,
vivennu ‘a so’ risurrizione, supra i so’ “roti”, cu abbilità.
I nùovi e viecchi amici, ‘i cristiani ‘u cumprènniri,
lu me ciatu ‘i patri, ‘i maistri dû “Centru” ‘u ‘ntènniri!
Da subitu capìu ca putìa fari càsi tuttu chiddu ca prima facìa,
sicuramenti ‘ntà ‘na manera diviersa, ma ca putìa!
‘I ddù mumentu, nenti e nuddu cchiù idda arrinisciu ad acchiappari!
Guirari ‘a sò màchina, fari sport, supra ‘a so’ carrozzina abballari,
Cu poti firmari a fuorza ‘i nu terribili marimotu?
Chistu è cìertu… idda è chiù putenti ‘i nu terremotu!
Tuttu chistu rittu ‘ntà facci a chiddu, ca cristiani malati ‘i testa,
chî sò ncagghi, ‘nsàjanu a mìettiri ô ravanzi dû sò “iri” ca nun arresta!
A iddi, e a tutti chiddi ca crìrunu chi stì “carusi” sunnu còsi ‘i jittari,
idda, ca nenti poti, ma tuttu faci, potennulu banniari,
sìenza vriùogna rittu 'ntà facci e senza cruci,
bucìa cu furtizza e dicisioni, cu tutta ‘a so’ vuci,
e ‘u dici, e ‘u dici ancùora, picchì poti dirlu:
“Tuttu si puti, abbasta vulirlu!”
14 AGOSTO 2011
Un Angelo venne quella scura e lercia notte di agosto
per combattere senza timore la battaglia per lei.
Mostrando, in faccia al terribile signore dell’olocausto,
con arroganza la sua spada fulgente come una stella,
Questi andò via, sconfitto, non senza però portar seco
lembi sanguinanti delle sue carni e anche un frammento del suo midollo.
La ragazza non transitò con il barcone l’“Acheronte”, non aveva il denaro!
Quello fu il caro prezzo che dovette pagare per non… passare.
L’infame si portò con lui il suo poter camminare,
andando via, sì sconfitto, ma con un ghigno sul suo volto, senza più tornare.
La ragazza, restò a terra sul giudaico manto, con le gambe
completamente paralitiche, immobili, fredde e piangendo i suoi drammi.
Capito che la vita è una sola, facendosene una ragione da quel momento
e che va vissuta intensamente nella sua pienezza e senza alcun abbattimento.
Minuto per minuto, attimo per attimo, giorno dopo giorno,
sempre e sempre con gioia, in faccia a tutto ciò che può succedere tutt’intorno!
L’intervento, il centro di riabilitazione, le notti insonni,
lo sconforto, la solitudine, la paura, il dolore.
Un ginepraio di cupi pensieri, come squallidi dèmoni
si aggrovigliavano nella sua mente, tutti mischiati.
Coraggiosa, testarda, ostinata, caparbia,
per come era sempre stata, e sempre lo sarà,
ha iniziato a sconfiggerli uno a uno, con tante sofferenze
vivendo la sua “rinascita” sulle sue “ruote” con abilità.
I nuovi e vecchi amici, il comprendere delle persone,
il mio calore di padre, la consapevolezza dei maestri del “Centro”
Si rese conto da subito che poteva fare quasi tutto quello che faceva prima
sicuramente in maniera diversa, ma che poteva!
Da quel momento niente e nessuno riuscì più a fermarla!
Guidare la sua macchina, fare sport, ballare in carrozzina.
Chi può fermare l’impeto di un terribile maremoto?
Questo è certo, lei è più potente di un terremoto!
Tutto questo in faccia a ciò che menti deviate,
con le loro barriere, cercano di mettere davanti al suo cammino, che non si ferma.
A loro e a chiunque crede che questi ragazzi siano delle cose da gettare,
lei che nulla può, ma tutto fa senza sofferenze,
senza vergogna grida loro dritto in faccia,
grida con fermezza e decisione, con tutta la sua voce,
e lo dice, lo dice ancora perché può dirlo:
“Niente è impossibile, basta volerlo!”
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BORGO CHE FU
(dedicato a Montalbano Elicona - Messina)
Un caliginoso tramonto sul borgo antico
appare come indelebile schizzo di quadro.
Su rugosi terreni e sudate campagne arate
una lieve brezza disperde il canto dei corvi
accarezzando pini e cipressi raggruppati
come sentinelle sullo sperone roccioso.
Sgretolato dal tempo di epoche trascorse,
ancor l’indomito e fiero maniero,
recante tracce bizantine e poi normanne,
si erge sulla collina circondato,
come sudditi prostrati ai suoi piedi,
da minuscole case di pietra, mattoni
e tetti di coccio di un rosso sbiadito.
Tra queste dimore vedi vicoli ovattati
dove anche l’ora rallenta la sua corsa.
Rintocchi austeri dei sonanti bronzi
della settecentesca Chiesa Madre
accompagnano il procedere stanco
dei contadini che tornano dai campi.
I putti della fontana sembrano giocare
col sorriso innocente dei bimbi
tra riverberi di luci e traboccante acqua.
Donne di nero vestite per le viuzze,
accomodate su vecchie sedie impagliate,
tacite snocciolano grani di Rosario.
Solo fiaccole ne accendono il silenzio.
L’intero universo appare armonioso
di una luce totalmente acquietante
e una pace incerta, ma invitante
circonda la mia inviolabile ombra.
Il pensiero vola a momenti passati
dove gonfaloni ai muri delle case,
usbergo e spada di prodi cavalieri
e zendàdi di seta pastello delle dame
ci proiettano, tristi, nel tempo che fu.
Premi vinti da Borgo che fu
2020 - Concorso “innANZItutto- versi in vernacolo e poesia nel borgo” - menzione d'onore
2020 – 21° Memorial Poesia “Gaetano Salvemini” - Premio della presidenza
2020 - Concorso letterario 3° Magna Graecia – 4° classificato
2021 - Premio Letterario “Genius Loci” – Primo premio Genius Loci, I^ edizione”.
2021 - Premio Letterario Poiesis - 2° posto
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SALE AMARO
La luna ha già abbandonato la scogliera
lasciando il mare pieno di oro trasparente.
Freneticamente in attesa,
solingo cammino sulla battigia,
mentre l’onda dolcemente l’accarezza
mentendo spudoratamente in silenzio.
Il bieco cielo si era fatto a brandelli,
il mare grigio ruggiva e ribolliva,
nuvole nere si erano fuse con esso
e il vento soffiava potente e minaccioso.
L’urlo furioso della risacca ferì l’oscurità.
Tu sei andato lo stesso con la barca
nella tempesta per sfamare noi… i tuoi cari.
Mentre mi struggo per una tonante sciagura
pescatori di ritorno portano solo lacrime
che doneranno alla famiglia di chi non c’è più.
Gabbiani feriti garriscono in alto,
accompagnando il mio dolore
Sei rimasto lì, al fondo dell’abisso,
esanime tra tanti orfani detriti,
dove anche i rossi coralli si son vestiti a lutto.
Niente e nessuno ti porterà a me.
Addolorato, contorto mi inginocchio
su quella riva dove l’alto faro dello “Stretto”
avrebbe dovuto illuminare il tuo rientro.
Con rabbia e odio prendo un pugno di mare,
resterà di esso solo sale amaro!
Ciò che eri,padre mio, in eterno vivrà in me!
Premi vinti da Sale amaro
2020 – 2° Premio Teseo –Milazzo – 2°posto
2020 - Premio Wilde (Vercelli) - finalista
2020 – Premio “Perdersi nell’Amore” – Menzione di merito
2020 – I colori dell’anima – Menzione speciale della giuria
2020 – Premio Città di Latina – Premio speciale della Giuria
https://www.facebook.com/Giovanni-Macrì-1679320712173819/
Video poesia “BORGO CHE FU"
ANGELO CANINO (Acri, Cosenza)
Angelo Canino nasce ad Acri (CS) il 13 ottobre 1960, sposato con Fiorella, 2 figli Nicola e Marianna.
Diplomato all’IPSIA di Acri, dal 1985 è impiegato presso gli uffici dell’ARSSA di Cosenza.
Da sempre appassionato del dialetto, inizia a dare alle stampe il primo lavoro nel mese dicembre 2009 con il volume “Ad Acri si parla così”, un vocabolario acritano – italiano composto da oltre 7.000 lemmi in dialetto con traduzione a fronte. Seguono altre sette pubblicazioni di poesie in vernacolo "Storielle rimate in vernacolo acrese" (2010), Rimannu vi cuntu (2011), C’era na vota (2013) e Assettàtivi ca vi cuntu (2015), Profumi e cosi antichi (2016), Tìampi juti e ttìampi e mò (2017), U nonnu mi dicìa (2018) nel 2020 pubblica “U tìampu passa … u signu resta” volume che raccoglie modi di dire, detti, proverbi, storielle e altro, della Acri di un tempo.
MARIA LUIGIA UNIDA (Gonnosfanadiga, Sud Sardegna)
Maria Luigia Unida, poetessa e scrittrice, nata a Cagliari, sposata e madre di due figli.
Il suo talento prende forma nel 2015, quando inizia a pubblicare le sue poesie in numerosi gruppi di facebook.
La sua prima pubblicazione è nel suo singolo "Oltre Ogni Sogno", Maura Editrice, 2016; il suo secondo libro "Parla il Silenzio", Monetti Editore, giugno 2020.
La scrittrice è presente in numerose antologie legate a concorsi e premi: Pagine Editore, S. Demurtas Editrice, La Luna Nera, associazione culturale, Historica edizioni, casa editrice Kimerik, Accademia dei Bronzi di Ursini, Edizioni Montedit.
Ha ottenuto numerosi riconoscimenti: primi, secondi, terzi posti, menzioni d'onore, plausi di merito.
La poetessa, nelle sue liriche, prende spunto dalla terra che la circonda; le sue poesie scritte in forma scorrevole si posano sul cuore di chi legge, colpiscono i sentimenti e sono capaci di far sognare il lettore, mettendolo di fronte alla vita di ogni giorno.
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ANIMA FRAGILE
Nessuno ha capito niente di te!
Tu fatta d'incertezza ed insicurezza,
piccola farfalla sensibile e fragile
come i battiti dell'anima,
la tua vita s'invola
tra colpi d'ala e trilli sotto i cieli.
È doloroso
avere la certezza
che nessuno comprende i tuoi voli,
anima acerba... è la tua primavera
profumi di viole e ginestre
in armoniose note;
oppure sei fiore senza più odori
dopo la bufera.
Indietro vorresti tornare
non per continuare ad amare
bensì per cancellare
con un battito d'ali
chi ti ha reso
un'anima fragile.
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INNO ALLA MIA TERRA
Meridiano silenzioso, fuggente
in questa terra beata
è un idillio che s'affaccia
ogni mattina alla vita.
Primaverile languore
di profumi
di vento e di sole...
Voci lontane e canti di gioia
e dolore,
sta tutto scritto nel cuore.
Il petto si solleva
ad ogni emozione che ci doni,
sei terra che esala profumi
e odori ineguagliabili
d'acerba primavera.
Sei un inno alla vita
e passione diversa
per un popolo
che ti ama e ogni giorno
in te si desta.
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AI CONFINI DI UN SOGNO
Urli di giovinezza
sulla pelle e sul mare,
lo sguardo verso l'orizzonte
dove il sole tramonta
e posa su me
una timida carezza.
Scivola via la sera
e tutto tace
anche i miei sospiri,
pezzi di cuore
che inseguono il tuo pensiero.
Mi lacera l'anima
il tuo ricordo
tra i confini di un sogno
che ancora oggi
mi porto dentro.
Tu parlami ancora
ed io riaccendo le stelle.
GIUSEPPE PIZZUTI (Santo Stefano di Rogliano, Cosenza)
BIOGRAFIA: Giuseppe Pizzuti nasce a Spezzano della Sila, caratteristico paese montano in provincia di Cosenza. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato in Lettere Classiche presso l'Università della Calabria col massimo dei voti. Vincitore di concorsi a cattedre, ben presto si è inserito nell'ambito scolastico, insegnando nei Licei Statali, dove ha esercitato la professione di docente per 38 anni. Ha sempre amato e avuto una passione per lo sport e la letteratura. Da giovanissimo, sin dagli anni del liceo, si cimenta nella scrittura, collaborando con il periodico "Dita Jote" (Santa Sofia d'Epiro, in provincia di Cosenza). In seguito collabora con due periodici al servizio delle Comunità italiane residenti nel Regno Unito "La Voce degli Italiani" e nel Belgio "Il Lavoro". Attualmente collabora per i giornali online "La Voce del Savuto" (periodico locale) e "La VOCE agli italiani" (periodico nazionale). Da alcuni anni collabora con il Gruppo letterario "Apri il cuore alla poesia", dove ricopre la carica di giurato nei concorsi letterari promossi dal medesimo gruppo ed è socio dell'Associazione culturale "Atlantide-Centro studi nazionale per le arti e la letteratura". Partecipa come giurato anche ad altri Concorsi letterati nazionali, come quello istituito, l'anno scorso, dalla ANPCI-Associazione Nazionale Piccoli Comuni d'Italia
GIUSEPPE MODICA (Ragusa)
Giuseppe Modica è nato a Modica (RG) il 13 maggio 1959. Dal 1993 ha partecipato a numerosi concorsi poetici nazionali ed internazionali, nel corso dei quali ha quasi sempre ricevuto importanti riconoscimenti ed attestazioni di merito. Nel 1998 ha realizzato l’opera monografica dal titolo “Il canto di Calliope”. Nell’anno 2015 veniva attestata la pubblicazione del volume “Mistral” (presenti sei autori), con la parte a lui dedicata (15 poesie) dal titolo “La cetra di Tamiri”. Nello stesso anno pubblicava l’opera monografica dal titolo “Le nenie di Erato”. Nell’anno 2016 veniva attestata la pubblicazione del volume “Tramoun” (presenti sei autori), con la parte a lui dedicata (15 poesie) dal titolo “Il rapsodo e la quiete”. Nel 2017 vincitore (1° posto) del premio Grimoaldo I°, che gli ha consentito di ottenere la pubblicazione della raccolta di poesie “Echi di storia”, ed una pubblicazione che ha rappresentato il premio speciale assegnatogli in virtù del risultato ottenuto nel concorso “Poesia, Segreto dell’Anima”, dal titolo “Oltre le spine…il silenzio”. Nell’anno 2019 ha realizzato due opere monografiche dal titolo “Canto l’amore…e te”, “Cerchi concentrici”; nel 2021 altre tre raccolte dal titolo “Voci dentro”, "La luna sopra i tetti" e "Imperfezioni" che fanno parte di una collana di cinque quaderni contenenti tutti i testi realizzati nel 2018-2019. Inoltre, è stato inserito in una raccolta Antologica destinata alla scuola (cinque autori contemporanei dell'anno 2021 – rispettivamente con 10 testi), dal titolo "Solchi D'Infinito".
SALVATORE GAZZARA (Messina)
Salvatore Gazzara (Messina 1952), ragioniere, pensionato, ex dipendente statale, scrive per diletto poesie in lingua e in vernacolo siciliano/messinese utilizzando il lessico del filologo Prof. Salvatore Camilleri.
Vincitore di Concorsi Nazionali e Internazionali di Poesia quali: F.sco Baldoni (Senigallia), D.co Portera (Cefalù-PA), Città di Battipaglia (SA), Scrivere Sicilia (Bagheria-PA), Colapesce 2017 (ME), Maiori in Love (Maiori-SA), D.co Smorto (RC), L’Ambasciatore del Sorriso 2019 e 2021(NA), Emozioni in Versi (NA), V.zo Padula (S. Maria del Gamio (CS), Tino Barsotti (PortoVenere-SP), ottenendo notevoli riconoscimenti anche dalla stampa specializzata.
Ha pubblicato nel 2017 la silloge in lingua “L’Equilibrio dell’Essere” facente parte de “I Quaderni del Cavaliere”; nel 2020 la silloge in lingua “Poesia…Luce Perenne”; nel 2021 la silloge in vernacolo siciliano “’N-Pinzeri Ci Sta Pi Tutti”.
- Socio Ordinario dell’Accademia di Sicilia (PA);
- Socio Ordinario Resp. Comunale dell’Accademia Federico II – (TP);
- Socio componente il C.D. Accademia “Amici della Sapienza” – (ME);
- Socio Associazione Culturale Euterpe – Jesi (AN);
- Socio Ordinario “Atlantide” Centro Studi Rogliano - (CS);
- Socio Ordinario “Club della Poesia” - (CS);
- Socio Ordinario “Cenacolo Letterario Italiano” - Cefalù (PA).
Nel 2018 riceve 2 Premi alla Carriera per meriti artistici e nominato:
Accademico da Ass. Culturale “Il Convivio” CT;
Alfiere della Cultura da Accademia Internazionale Vesuviana (NA);
Accademico Gran Prix G.nna Papaccio da Acc. Univ. “G. Carducci” (NA);
Membro di Giuria in vari Concorsi Nazionali e Internazionali di lingua Siciliana;
Poeta accreditato in Wikipoesia;
Componente il Comitato Nazionale per i 150 anni dalla nascita della poetessa e scrittrice Grazia Deledda.
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AMORE IMMENSO
L’acqua del fiume scorre
veloce si avvia verso il mare,
come nella mente i ricordi
dalla memoria evaporano.
Il pianto di un corpo violato,
lamenti trasportati dal vento,
in segreto nascosti tra le foglie
quasi a volerli conservare.
Oggi sei qui bambino mio,
solo tu per me sei la vita,
dolce voce dell’animo
che mi desta da ogni torpore.
Tu mi apporti gioia e dolore,
un susseguire di sorrisi e lacrime,
mentre io chiusa nel silenzio
posso darti un amore immenso.
E quel pianto del triste momento
che fu dal vento trasportato
e nel tempo dalle foglie celato,
oggi è del tutto svanito.
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I PICCIRIDDI
Anciuli senz’ali li picciriddi
nun hannu prigiudiziu di peddi,
cu ducizza si fannu ’pprizzari
furzannu li catinazzi di lu cori.
Stannu dda ’ssemi ’rricugghiuti,
girbini, nironciuli o rizzuti,
l’occhi russi hannu di chiantu,
facci ’vviluti chini di scantu.
’St’anciuleddi vulissuru fari…
sonni ’mpussibili rializzari,
cu vuci trimanti ô munnu gridari:
nui semu cca vulissimu campari.
Si vulissiruru jisari, curriri, vulari,
non hannu jammi pi caminari,
ci manca la vuci pi cuntistari
sulu disidderiu di migghiurari.
’Ntê so’ armi spiranza rigna,
hannu la fidi chi li ’ccumpagna,
pi lu munnu vannu missaggeri,
li picciriddi d’amuri su’ purtaturi.
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I BAMBINI
Angeli privi di ali i bambini
non hanno pregiudizio di pelle,
con dolcezza si fanno apprezzare
forzando i lucchetti del cuore.
Stanno la assieme riuniti,
biondi, scuri o riccioluti,
gli occhi rossi hanno di pianto,
volti avviliti pieni di spavento.
Questi angioletti vorrebbero fare…
sogni proibitivi realizzare,
con voce tremante al mondo gridare:
noi siamo qui vorremmo vivere.
Si vorrebbero alzare, correre, volare,
non hanno gambe per camminare,
gli manca la voce per contestare,
solo desiderio di migliorare.
Nei loro animi speranza regna,
hanno la fede che li accompagna,
per il mondo vanno messaggeri,
i bambini d’amore son portatori.
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IL PROGRESSO
Il progresso apporta cambiamenti
nel vivere che subisce mutamenti,
ognuno impreparato al nuovo fare
le abitudini deve modificare.
Il faticoso lavoro dei campi
fatto di sacrifici e patimenti
abbandonato per altro mestiere
con una prospettiva migliore.
In casa il lavoro organizzato
nei componenti distribuito,
il pane cotto nel forno a legna
per parenti e tutta la famiglia.
Nei paesi la legna del campo
per cucinare e il riscaldamento,
le case senza acqua corrente
i panni lavati nel torrente.
Di ogni cosa si faceva buon uso
e lo scarto utilizzato nel riuso,
con l’avvento dell’elettricità
nuove tecnologie e modernità.
Tutto viene meccanizzato,
stravolta la vita del passato,
nelle case entra l’informazione
ecco la radio e la televisione.
ROSANNE DONATIELLO (Benevento)
Rosanne Donatiello nasce in Germania nel 1975 da genitori italiani. Si trasferisce in Italia a pochi mesi dalla nascita, in un piccolo e grazioso paesino situato ai piedi di una montagna, Foglianise, in provincia di Benevento, dove vive tuttora.
La sua opera prima è stata "Una Goccia di Me", Edizioni Pensieri e Parole, una raccolta poetica in retrospettiva dove dare vita ai suoi versi sono stati il cuore.
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PREMI E RICONOSCIMENTI
Con il libro “Una Goccia di Me” ha ottenuto il primo posto nella sezione libro edito al Concorso letterario nazionale “Il Sabato del Villaggio 2017”;
con La Poesia “Ma è Natale e tu sei qui con Me” si classifica al primo posto nella sezione Magia di Natale al Concorso letterario nazionale “Il Sabato del Villaggio 2017”;
con la lirica “Il sentiero dei ricordi” si classifica seconda nella sezione Primavera al Concorso Lettrario “Persephone Fiori di Poesia 2018”.
FRANCESCO CONTI (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina)
Francesco Conti nasce Barcellona P.G. (Messina) nel 1950. Dopo la morte del papà, considerata la situazione che allora non era di certo delle migliori, la mamma decise che lui (8 anni) e il fratello (6 anni), continuassero gli studi scolastici in collegio, mentre la sorella (11 anni) restasse a casa a farle compagnia.
PALMA CIVELLO (Palermo)
Palma Civello è nata a Palermo. Laureata in lettere classiche col massimo dei voti, ha insegnato nelle scuole secondarie. È appassionata di pittura e fotografia e con quest’ultima ha partecipato ad alcuni concorsi conseguendo i primi posti.
Ha conseguito nel 2018 il Master in psicologia dell’arte e della letteratura con una tesi sulla fototerapia e la fotografia terapeutica.
Nel gennaio 2008 ha pubblicato il libro di racconti “Volti e svolte al telefono” con la Casa Editrice La Zisa di Palermo e nel marzo 2011 ha pubblicato con la stessa Casa Editrice la sua prima raccolta di poesie “Ho liberato le parole”.
Inserita in numerose antologie letterarie, ha avuto pubblicati una poesia e un racconto a tematica mitologica nel terzo volume della prestigiosa letteratura e antologia greca “Grecità” ad uso dei licei classici ed edita dalla casa editrice Palumbo nel 2014; alcune poesie si trovano anche in antologie della scuola secondaria di primo grado.
Si è classificata ai primi posti in numerosi e prestigiosi concorsi letterari nazionali ed internazionali per opere sia in poesia che in prosa.
Nel 2013 le è stato conferito un premio speciale alla carriera durante la manifestazione del premio “Vincenzo Licata” di Sciacca.
Nel gennaio 2017 ha pubblicato con la casa editrice Drepanum il libro di racconti “Nodi di donne”.
Nel Maggio del 2018 ha conseguito il primo posto al prestigioso premio ASAS di Messina, vincendo la pubblicazione di una silloge inedita dal titolo “Come tela di Penelope” a cura della Casa Editrice Del Poggio di Foggia.
Ha ricevuto un premio alla carriera nel 2019 nell’ambito dei concorsi di “Apri il cuore alla poesia”.
Nel gennaio 2020 ha pubblicato il suo terzo libro di racconti “Fili della vita” con il Convivio Editore.
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INSONNIA
Ed è notte
e rincorro un pensiero
ancora non stanco
che batte, martella,
sconvolge, mi assale,
poi scappa
ed io ancora l’inseguo
perché vorrei
che perdesse le forze
strappandogli l’anima
ma forse non l’ha…
ha solo dei sassi
che lancia là dove
potrebbe ferirmi di più.
Ed è notte
ed io non ho armi
e non posso difendermi,
mi tocca ansimare, girare
assalire le ore che lente
deridono il mio vagabondare.
Si arrende soltanto alla luce:
proverò a calpestarlo
e poi lascerò che si perda
tra un bacio e un abbraccio
per sempre.
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SENTIRE
Sapere d'essere
vento,
ma anche riparo.
Sapere d'essere
arsura,
ma anche frescura.
Sapere d'essere
in fuga,
eppure restare
a parlarti di me
e di una nuvola scura
che ancora
mi corteggia.
Sentire di avere
soltanto parole
per accarezzare
ferite infinite
e poi
soltanto il tuo amore
a proteggere ciò
che mi resta.
Sussurrami un bacio…
e forse potrei
sentire soltanto
di noi.
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SOLA
Sola,
era la nuvola che aveva perso
le compagne,
distratta da un luccichio ingannatore.
Sola,
era la foglia staccatasi dall’albero
all’improvviso,
non volavano con lei
le sue sorelle
ed aveva paura di cadere
senza avere accanto un colore amico.
Sola,
era la favola della principessa
che svegliandosi dal sonno
non aveva trovato
i sogni immaginati.
Soli,
sono gli uomini
che non sentono parole
e richiami,
intrecciano sillabe deformate
per decorare inutilmente
i loro spazi vuoti.
Sola,
mi abituerò ad orientarmi
schiudendo lo sguardo
a stelle lontane.
Fotografia: "Magie serali"
MARIO DE SANTIS (Ceccano, Frosinone)
Nato e vissuto in Ciociaria, a Ceccano (Fr) nel 1945, con una carriera alle spalle di Segretario comunale, dal 2011 in pensione. Sono un pensionato da pochi anni e per il mio lavoro, riempivo pagine bianche in burocratese per niente poetico!
Una volta in pensione mi sono dedicato alla mia vecchia passione: la fotografia e dedicavo il mio tempo alla pubblicazione sul mio profilo facebook accompagnandole con dei commenti che un poeta amico ha trovato poeticamente interessanti, invitandomi ad addentrarmi nel mondo delle poesie brevi giapponesi.
Da allora non ne sono più uscito.
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HAIKU
Lassù nel cielo
Origami danzano all'imbrunire
Lampi e tuoni
Hanno sete di pioggia
i miei gerani
danzano i pini
col maestrale a marzo -
un merlo sul prato
Neve abbondante
Tra le bianche rotaie
l'ultimo treno
La prima nebbia
Laggiù in fondo al viale
un'ombra in bici
Pallida luna
Della notte carezza
le timide ombre
Il borgo antico
Emerge dalla nebbia
al primo sole
Infanzia amara
Solo lacrime e sangue
tra i bucaneve
Fiorito il pruno
Primavera nell'aria
ma non la pace
Gennaio mite
Sopra i rami del pino
le prime gemme
I tulipani -
ondeggiano al vento
tra i mulini
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GOGY
Ecco
la notte d'amore
tanto attesa
Sorridono
le stelle
GOGY
Ascolto
il suono dI un disco
La notte è tutta nostra
Le corde dell'essere
melodiose vibrano
GOGY
Amore è profumo
che sa di primavera
nei nostri grigi inverni
Un dolce tepore s'insinua
tra le finestre dell'anima
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TANKA
La pelle d'oca
Nonostante il sole
fa freddo fuori
Una calda atmosfera
Camino sempre acceso
TANKA
Luna d'estate
Noi due sopra il molo
Dolce la notte
Una stella cadente
lo stesso desiderio