Cetti Perrone nasce a Tusa (ME), piccolo paese dei Nebrodi, dove ritorna molto spesso. Si laurea in Lettere a Palermo nel 1986. La città di Messina l’ha “adottata” da più di 30 anni, ma anche Spadafora (ME) ha una grande importanza nella sua vita: è la sede della sua scuola, il Liceo Scientifico “G. Galilei”, nel quale insegna da più di 20 anni e che l’ha vista crescere dal punto di vista didattico, ma soprattutto umano. A tutt’oggi cerca di trasmettere i valori della vita e l’amore per il sapere ai suoi giovani che considera come figli.
Da diversi anni coltiva la passione per la poesia e nel 2017 ha pubblicato la sua prima raccolta dal titolo “Germogli d’amore”, riscontrando un discreto consenso. Ha collaborato con alcune associazioni in qualità di giurata. Ha partecipato a diversi concorsi nazionali ricevendo molti riconoscimenti.
LA MASCHERA DELLA FELICITÀ
Indossi la maschera
della felicità,
dispensi allegria.
Fluttuano come foglie al vento
i tuoi pensieri.
Li rincorri e un mesto sorriso
sulle labbra colorate di rosso
ti rende malinconica.
Il tuo cuore sopporta a fatica
il peso dell’oblio.
Fatichi a ricordare la gioia vissuta,
ricacci indietro
le celate lacrime.
Lontana una musica
dolce e struggente
invita alla nostalgia.
Vorresti le ali,
guardare dall’alto il mondo,
il tuo mondo.
Rincorri le nuvole
che coprono i tuoi sogni,
alzi il tuo capo,
limpido lo sguardo.
Un silenzio assordante,
innaturale
accompagna la tua solitudine
tanto agognata,
come fidata ancella ti consola.
Ricuci le ferite,
il sole riscalda
il tuo cuore inaridito,
impavida guerriera.
Verghi un’altra pagina
del libro della tua vita
e sorridi al nuovo giorno.
Aspetti la nuova alba
che dipani le tenebre della tristezza,
scruti tra le pieghe della tua anima
e sei pronta a tornare ad amare.
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MAI MADRE
Mai mani accarezzeranno
un volto invecchiato,
mai mani
sfioreranno
canuti capelli
di una madre
mai madre,
mani di un figlio
mai nato.
Un carillon
non ha mai suonato,
notti insonni
mai vissute.
Tanti figli,
da te amati,
ti chiamano madre,
a te che non sei madre.
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RINASCITA
Parole incise sul cuore
non le pronunci
con le labbra serrate dall’orgoglio.
Avanzi per strada,
non ti accorgi di chi accanto ti sfiora
con sguardi distratti.
Ripercorri i sentieri della vita,
ricordi sbiaditi e altri nitidi
li porti con te.
Sul muro assolato,
dalle crepe evidenti
spuntano timidi fili d’erba.
Appoggi il tuo corpo stanco,
accenni appena un sorriso,
osservi le mani tremanti,
vorresti fermarle.
Non le riconosci,
non sono le tue,
non sono più quelle di una volta.
Ti soffermi a guardare
file di formiche rosse,
incuranti di te
procedono spedite,
mentre tu fatichi nell’incedere,
con passi malfermi.
Con il cuore gonfio di tristezza
riprendi il cammino.
Rivolta verso il sole
ti rinfranchi.
Scacci via la malinconia
e sorridi al futuro.
Assomigli ad un albero spoglio,
ma spunteranno di nuovo le foglie
quando la pioggia ridarà la linfa e il vigore.
Così anche tu rifiorirai nell’anima
e affronterai la vita con la forza
dell’amore.